Pranzo di lavoro (dal mercoledì al venerdì a pranzo, non festivo).
Una portata € 12.00 compreso acqua e caffè
Due portate € 18.00 compreso acqua e caffè
Linguine, pancetta e pecorino
Ravioli di zucca, burro e amaretti
Gyoza di pollo e maiale
Passata di piselli, nduja e crostini
Bruschetta con salsiccia e stracchino di capra
Insalata con Pulled pork
Coppa in doppia cottura, patate e verdure al salto
Salamini dei morti
Fritto misto molto misto
Formaggio a scelta (Taleggio, Gorgonzola, Parmigiano, Salva, Piave)
Dessert a scelta
«Prima visita di un capo di governo a un ministero», gongolano nell’entourage del segretario ex lumbard. Come dire: non è andato solo a Palazzo Chigi, da Giorgia Meloni, ieri l’altro. E poco importa se l’appuntamento coincide con un annuncio che nel frattempo getta scompiglio nelle cancellerie di mezzo continente: Orbán lavora alla creazione di un blocco anti Kiev nell’Unione europea. Già ribattezzato “Visegrad 3”. Ne fanno parte il capo del governo slovacco Robert Fico e il nazionalista Andrej Babis, fresco vincitore delle elezioni in Repubblica Ceca. «Nell’Europa centrale, il fronte pacifista sta crescendo», il commento di Orbán sui social (...)Un’ora filata di chiacchiere (con traduttore) a tu per tu con Salvini. Nel chiuso del Mit, Orbán si congratula per la «stabilità del governo italiano», si fa spiegare come procede il ponte sullo Stretto, davanti al maxi plastico. Salvini ricambia, loda il «taglio delle tasse» messo in pratica a Est «per sostenere le famiglie». A vertice concluso, la Lega diffonde una nota: tra i temi affrontati, «la pace, la dura critica al green deal e alle politiche suicide dell’Unione europea». Altra frecciata a Bruxelles, con cui invece Meloni deve lavorare. «Massima sintonia sul contrasto all’immigrazione clandestina», aggiungono i salviniani. Ai piani alti del Carroccio evitano di toccare invece l’argomento chiave della giornata. Il patto anti-Kiev che rischia di minare, con il potere di veto, le intese ai massimi livelli tra i 27. Un po’ si sbilancia alla Camera il capogruppo Riccardo Molinari: «Il ragionamento di Orbán ha senso, hanno problemi di rifornimenti, ha senso che chieda una deroga per l’Ungheria sul gas russo. Poi la posizione del governo italiano sulle sanzioni è chiara».Sull’abbraccio Salvini-Orbán interviene intanto, dall’Africa, l’altro vicepremier, Antonio Tajani, titolare degli Esteri: «La linea in politica estera la esprime il presidente del consiglio e il ministro degli Esteri, le altre posizioni sono individuali». E in ogni caso «la linea del governo è chiara: noi stiamo con Kiev». Tutti i forzisti sono allineati. «Abbiamo una visione diversa — insiste il ministro della Pa, Paolo Zangrillo — Se Orbán ritiene che l’Europa non conti nulla, dovrebbe impegnarsi per far sì che conti di più».FdI resta perlopiù in silenzio. Anche se all’ora di cena il primo ministro ungherese va in tv per parlare del rapporto di «amicizia» con Meloni. Entrambi, dice al Tg4, «vogliamo dare meno potere a Bruxelles, sulle questioni principali siamo d’accordo, difendiamo gli interessi nazionali. L’Ue? Irrilevante perché si rifiuta di negoziare con Mosca».Sulle sanzioni, insiste: «Non mi importano le sanzioni alla Russia ma quelle che importano agli ungheresi. Non abbiamo il mare e non possiamo importare gas liquido». C’è tempo pure per un attacco a Ilaria Salis: «Una criminale che dovrebbe stare in galera».
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